Ingredienti: lattoferrina, cellulosa, gomma arabica, calcio fosfato, silice, magnesio stearato.
Tenore ingredienti caratterizzanti per dose max giornaliera di 1 compressa : 200 mg di lattoferrina
Impiego: Aiuta a rafforzare le difese immunitarie con attività antibatterica, antivirale e antimicotica
Modalità d’uso consigliata: 1 compressa al giorno con abbondante acqua
Curiosità dei componenti:
La lattoferrina (o lattotransferrina) è una glicoproteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice. Fu
scoperta da Sorensen e Sorensen nel latte vaccino nel 1939), è stata recentemente rivalutata per le sue
proprietà antiossidanti, immunomodulatrici ed antinfettive. La lattoferrina è normalmente presente
nell’organismo umano, le sue concentrazioni nel plasma venoso umano sono di 0,12 μg/ml, nel colostro
invece, oscilla tra 3,1 e 6,7 mg/ml, nel latte vaccino invece, è molto variabile – in letteratura è menzionata da
1,15 μg/ml a 485,63 μg/ml. Tipica del latte, come il nome stesso fa intuire, la lattoferrina è presente anche
in varie secrezioni mucose, come lacrime e saliva. Più abbondante nel colostro rispetto al latte di transizione
e di mantenimento, la lattoferrina è inoltre tipica dei granulociti neutrofili, cellule immunitarie con funzioni
di difesa da infezioni batteriche e fungine. Le proprietà antimicrobiche della lattoferrina sono principalmente
dovute alla capacità di legare il ferro, sottraendolo al metabolismo di quelle specie batteriche – come
l’Escherichia coli – che dipendono da esso per la propria moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale
(effetto batteriostatico); ha inoltre un’azione antibatterica diretta (battericida), grazie alla capacità di ledere
gli strati più esterni della membrana cellulare (LPS) di alcune specie batteriche GRAM negative. L’effetto
antivirale della lattoferrina è relazionato alla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana
plasmatica, prevenendo l’ingresso del virus e bloccando l’infezione sul nascere; tale meccanismo è apparso
efficace contro l’Herpes Simplex, i citomegalovirus, e l’HIV. Esistono anche evidenze circa un possibile ruolo
della lattoferrina come agente antitumorale, dimostrato in numerose occasioni su tumori chimicamente
indotti in ratti da laboratorio. Altra capacità della lattoferrina è quella di legare lo ione ferrico (Fe3+), capacità
due volte superiore alla transferrina, la principale proteina plasmatica deputata al trasporto del ferro nel
torrente circolatorio (entrambe fanno parte della stessa famiglia di proteine – dette transferrine – capaci di
legare e trasferire ioni Fe3+). Ogni molecola di lattoferrina può legare a sé due ioni ferrici ed in base a tale
saturazione può esistere in tre forme distinte: apolattoferrina (priva di ferro), lattoferrina monoferrica (legata
ad un solo ione ferrico) e ololattoferrina (che lega a sé due ioni ferrici). L’attività della proteina viene
mantenuta anche in ambienti acidi ed in presenza degli enzimi proteolitici, inclusi quelli secreti dai
microorganismi. Come anticipato, il primo latte che la donna produce dopo il parto, il colostro, è
particolarmente ricco di lattoferrina, che favorisce lo sviluppo di batteri intestinali benefici, aiutando il piccolo
a debellare i patogeni responsabili delle gastroenteriti (coliche del neonato). Con il passare dei giorni la
quantità di lattoferrina si riduce, parallelamente allo sviluppo delle difese immunitarie del piccolo. Questo è
il motivo per cui le concentrazioni di lattoferrina nel latte vaccino sono piuttosto variabili (le mucche vengono
munte molto a lungo dopo la nascita del vitello). Discreta è la mole di studi sulle proprietà immunomodulanti
della lattoferrina in modelli umani e animali. Da molti di questi studi si evince come la lattoferrina sia dotata
di interessanti proprietà antinfettive, immunomodulatorie e promotrici di una corretta ecologia intestinale.
Durante le terapie antibiotiche, la lattoferrina può da un lato aumentare la suscettibilità dei batteri alla
terapie farmacologiche e dall’altro, in sinergia con i probiotici, promuovere la crescita di ceppi batterici
intestinali benefici (Lactobacillus o Bifidobacterium) che dipendono meno dalla disponibilità di ferro.
Ovviamente una simile strategia terapeutica può essere adottata solo ed esclusivamente previo specifico
consiglio medico.